Mediazione Familiare e Sostegno Genitoriale

Cogitomedia: un ulteriore percorso a supporto della famiglia

Entrambe mediatrici familiari, quando io e Maria Grazia Giannini dell’Associazione Il Bucaneve ODV abbiamo pensato di sviluppare a Terni il progetto ‘Questo è il giardino’ abbiamo capito subito che avrebbe generato una serie di “ramificazioni” al suo interno relative al supporto e all’orientamento della coppia e della famiglia nei momenti di difficoltà: queste ramificazioni sono appunto la Mediazione Familiare e il Sostegno Genitoriale.

Riflettendo infatti su una delle questioni più rilevanti riguardo ai Disturbi del Comportamento Alimentare ci siamo rese conto di quanto fosse essenziale investire su questi ulteriori percorsi di consulenza.

Prima, durante e dopo, c’è sempre una famiglia

Come ci ha spiegato Maria Grazia prima della nascita dell’Associazione Il Bucaneve ODV c’era una mamma, lei, che aveva aperto un blog per confrontarsi con altri genitori di fronte a una problematica, quella dei disturbi alimentari di cui soffrivano entrambe le figlie, che inevitabilmente aveva generato uno sconvolgimento all’interno della struttura familiare.

Essere ascoltati per poter ascoltare. Essere aiutati per poter aiutare

“Noi genitori alle volte facciamo fatica a chiedere aiuto” dice Maria Grazia, “a dire non arrivo più a capire che cosa devo fare”

sono in completa confusione io, la mia coppia, la famiglia tutta.”

Il percorso di Mediazione Familiare si iscrive all’interno del nostro progetto Questo è il giardino perché a me e a Maria Grazia sembra evidente che alcuni disagi, come quelli in cui si sviluppano poi i disturbi del comportamento alimentare, nascono spesso dal fatto che c’è a monte un disagio già in casa, già nella famiglia.

Un disagio che la famiglia fa fatica a riconoscere e a ascoltare.

MEDIAZIONE FAMILIARE

Maria Grazia Giannini dell'Associazione Il Bucaneve ODV e io Eva Valeriani vi aspettiamo per parlare di questa ulteriore declinazione del nostro progetto 'Questo è il giardino' a Terni.

Pubblicato da Rescogitata su Sabato 27 maggio 2023

Un percorso di aiuto nei momenti di crisi e di conflitto in famiglia

La Mediazione Familiare è una disciplina che si è sviluppata all’interno degli studi in materia di gestione del conflitto, traducendosi poi da approccio disciplinare a approccio metodologico.

Così come esplicitato nella cornice legislativa sintetizzata nella norma tecnica UNI 11644, il mediatore familiare accompagna la famiglia nel percorso di riorganizzazione delle relazioni familiari prima, durante e dopo la fase separativa.

L’obiettivo è quello di ristabilire il linguaggio della relazione, trovare o ripristinare una comunicazione il più possibile funzionale al raggiungimento di soluzioni reciprocamente soddisfacenti in grado di rispondere positivamente all’evoluzione dei bisogni del nuovo assetto familiare “con particolare attenzione ai figli, al fine del mantenimento della comune responsabilità genitoriale”.

Come afferma la Bernardini “l’obiettivo sostanziale del lavoro di mediazione (…) è che i genitori riescano a ripristinare un canale di comunicazione tra loro che consenta, nel presente e nel futuro, il costituirsi di una sorta di zona franca, di area della relazione sgombra dal conflitto, in cui insediare e alimentare la necessità e

la possibilità di occuparsi insieme dei figli malgrado il disgiungersi delle storie personali.”

Da coppia-partner a coppia genitoriale

Il nodo centrale del percorso di Mediazione familiare è proprio quello della tutela dei figli: l’obiettivo ultimo è quello di una coppia che, pur non riconoscendosi più come coppia-partner, acquisirà la consapevolezza di rimanere coppia genitoriale.

Questo è valido in ogni momento della crisi separativa, in quanto in ogni momento possono sorgere delle questioni che riguardano la gestione dei figli e del proprio ruolo genitoriale.

La tutela dei figli: il cuore della Mediazione Familiare

Il mediatore familiare si muove all’interno della cosiddetta risoluzione alternativa del conflitto ADR, e offre ai mediandi un luogo protetto in cui, ponendosi come terzo imparziale, permette loro di

focalizzarsi sul riconoscimento dei bisogni e dei diritti dei loro figli

figli il cui diritto primario è quello di sentirsi rispettati nei loro affetti e nel mantenimento della relazione con entrambi i genitori.

La domanda che dobbiamo porci è proprio questa:

come possiamo tutelare i figli? Come possiamo essere coppia genitoriale anche quando non siamo più coppia come partner?

Il processo di mediazione: imparare un nuovo modo di dire famiglia

Lo scopo della mediazione è quello di far sentire ai mediandi che hanno la capacità di gestire il proprio conflitto, riappropriandosi di una visione del proprio sé adulto anche attraverso la verbalizzazione delle proprie emozioni e dei propri bisogni, senza che questi si esauriscano in esternazioni di rabbia o dolore. L’accompagnamento nel ristabilire il proprio io adulto nel processo separativo vuol dire anche ristabilire il proprio ruolo di partner genitoriale e imparare, quindi, un nuovo modo di dire e di dirsi famiglia.

Il supporto legale

La Mediazione Familiare consente ai cosiddetti “mediandi” di raggiungere un accordo in maniera extragiudiziale, attraverso un percorso che si articola in diversi passaggi che prevedono anche una fase di negoziazione.

L’elaborazione congiunta di una bozza di accordi verrà poi sottoposta al giudice per la ratifica ufficiale attraverso il tramite dell’avvocato/degli avvocati di parte.

È per questo che il nostro percorso può prevedere anche una consulenza legale nella persona dell’Avv. Matteo Sinibaldi dello Studio Sinibaldi.

Il sostegno genitoriale come progetto educativo personalizzato

La prospettiva che mi ha portato a intraprendere il percorso della Mediazione Familiare e di investirmi in attività di supporto genitoriale è complementare a quella di Maria Grazia.

Come formatrice e come docente il rapporto con i ragazzi e con le loro famiglie è centrale, sia perché per me la disciplina che insegno, la filosofia, si traduce spesso in pratica filosofica, sia perché attraverso delle attivazioni svolte in contesti scolastici mi sono resa conto di  quanto anche affrontare in una nuova prospettiva l’esperienza scolastica e l’ambiente-scuola possa avere effetti estremamente positivi anche sulla rimodulazione delle dinamiche relazionali fra genitori e figli e naturalmente viceversa.

Il sostegno genitoriale per me ha quindi come obiettivo proprio quello di un

nuovo orientamento all’interno del sistema famiglia, nel momento in cui genitori e figli si trovino a dover affrontare una situazione di difficoltà, di conflitto, di disagio e di crisi.

Il sostegno genitoriale non cura la famiglia ma supporta la famiglia nel prendersi cura

Con l’attivazione del percorso di sostegno genitoriale non abbiamo come scopo quello di “curare” genitori e figli individuando nelle criticità emerse in famiglia problematiche di tipo strettamente psicologico.

Molto spesso quel che manca in famiglia è la competenza nel saper ascoltare se stessi e gli altri.

Molto spesso i genitori si chiudono al confronto con il mondo esterno alla famiglia,

si irrigidiscono nell’affrontare il problema come se fosse qualcosa che “è capitato” e su cui non hanno alcun margine di intervento.

I genitori hanno bisogno innanzitutto di essere ascoltati, e di potersi confrontare con qualcuno che li aiuti a vedere le cose da un’altra prospettiva, che li aiuti a individuare e potenziare le proprie risorse

per elaborare in maniera autonoma le strategie migliori per affrontare quel momento di difficoltà.

Laboratori gratuiti, eventi, progetti e...

CONTENUTI PENSATI PER TE. ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER.

Non preoccuparti, niente spam!